La città di Porto è intimamente legata alla sua specialità più nota, la trippa, tanto che i suoi abitanti sono chiamati “tripeiros” dal resto dei portoghesi – in particolare dai lisbonesi che marcano così la differenza fra la loro città nobile e vagamente snob e l’operosa, borghese Porto, nell’ambito del perenne dualismo fra le “due capitali” del Portogallo.
I Portuensi non se ne fanno un cruccio, anzi rivendicano con orgoglio i loro piatti a base di interiora, zampe e orecchie di maiale, che vantano una tradizione secolare. Fra di essi occupa un posto d’onore la famosa “trippa alla moda di Porto”, la cui origine è fatta risalire a un momento e ad un luogo ben precisi: il 1415, nell’arsenale navale di Porto.
Il futuro re Enrico il Navigatore (nativo di Porto e ancora molto amato dai portuensi), ispezionando le navi in preparazione per la spedizione segreta che avrebbe presto condotto per conquistare Ceuta, non era del tutto soddisfatto dell’avanzamento dei lavori. Prese dunque da parte Mastro Vaz, il capocantiere, e gli rivelò la destinazione della spedizione, spronandolo ad accelerare i lavori. Mastro Vaz, conscio dell’importanza strategica della conquista, fece in modo che i suoi uomini raddoppiassero gli sforzi e tanto furono convincenti le sue parole che in breve l’intera città si unì con entusiasmo allo sforzo bellico. Una volta ultimati i lavori, gli abitanti di Porto donarono ai marinai in partenza per Ceuta tutta la carne presente in città, tenendo per sé soltanto le parti meno pregiate.
Da qui naque la ricetta della trippa, e insieme ad essa l’appellativo di “tripeiros”.
Nel corso dei secoli la ricetta subì numerose evoluzioni (per quanto ci possa sembrare strano, al tempo di Enrico il Navigatore in Europa non esistevano fagioli). Quella attuale la trovate qui sotto – e tutti i giovedì al Boteco!
Ingredienti
- Fagioli cannellini
- Trippa
- Salsiccia piccante
- Salamella
- Brodo di carne
- Cipolla
- Carote, aglio, alloro, spezie
Scusate se faccio il pignolo, “futuro re” magari gli sarebbe anche piaciuto ad Enrique o Navegador, ma era il terzo fratello come discendente al trono (tutti figli di quella poara donna di Dona Filipa de Lancastre che Pessoa glorificava quasi come fosse una bestia da riproduzione in Mensagem, ma sorvoliamo…) e avrebbe dovuto fare una strage peggio di Riccardo III
Ciò non toglie che sia pure come eterno Infante sia uno dei più celebri e celebrati della sua e delle altre dinastie di regnanti lusitani anche se come imprenditore e mercante (di schiavi, fra le altre cose, ehm) doveva avere più pelo lui sullo stomaco di tutta la sua famiglia mess ainsieme.
Ma non dire ai portuensi che ve l’ho detta così altrimenti non mi fanno più tornare in riva al Douro 😀