Bolinho de bacalhau

Sferico o oblungo? Fritto o impanato? Con formaggio o senza?

Come tutti i piatti della cucina “povera” anche del bolinho de bacalhau esistono mille varianti. I punti fermi sono ovviamente il baccalà, le patate e il prezzemolo; tutto il resto è lasciato alla fantasia del cuoco.

Sorprendentemente, la ricetta base appare per la prima volta in forma scritta solo nel 1904, nel Tratado de Cozinha e Copa di tal Carlos Bandeira de Melo – un ufficiale dell’esercito portoghese con la passione per la buona cucina. Di certo il piatto, che ha origini ben più antiche, è entrato prepotentemente sulle tavole dei portoghesi nella prima metà del ‘900, e tuttora non ha alcuna intenzione di abdicare. Forse, semplicemente, nessuno aveva pensato prima a codificare la ricetta dell’umile bolinho: certo è che da allora le lodi per il delizioso stuzzichino si sono sprecate. Vinicius de Moraes ad esempio ne andava matto.

Ingredienti:
Patate
Baccalà
Prezzemolo
Cipolla
Noce moscata
Uova
Sale e pepe q.b.

Bacalhau

Scriveva nel 1884 il grande romanziere portoghese Eça de Queiroz:

“I miei romanzi in fondo sono francesi, come io quasi in tutto sono francese – eccetto per un certo sottofondo di tristezza lirica, che è una caratteristica tipicamente portoghese, una passione smodata per il fado, e ovviamente un amore sincero per il baccalà con cipolle”

Eça, che era un cosmopolita e un fine conoscitore della cultura europea dell’epoca, si prende bonariamente gioco dei luoghi comuni sul suo Paese associando in una sola frase la saudade, il fado e il baccalà come tre simboli della portoghesità. Tuttavia, colpisce nel segno: difficile trovare un portoghese che non enumeri fra i suoi piatti preferiti una delle innumerevoli ricette a base di Gadus morhua (a proposito, se ne enumerano più di 300 – la credenza popolare è che ve ne siano 365, una per ogni giorno dell’anno).

La storia della pesca al merluzzo da parte dei portoghesi è antica almeno quanto il Portogallo. Già nel 1353 il re Dom Pedro I firmava un accordo con il suo omologo Eduardo II d’Inghilterra per consentire ai pescatori di Porto e Lisbona di pescare in acque britanniche. Nel corso dei secoli il baccalà, la “carne dei poveri”, ha offerto sostentamento alle classi più umili che avevano limitato accesso ad altre fonti di proteine. La cucina povera, tramandandosi di generazione in generazione, si è nel tempo arricchita di nuovi ingredienti, ricette e varianti.

Oggi il baccalà si trova tanto sulla tavola del ricco quanto su quella del povero, dagli snack rapidi come il bolinho alle ricette più elaborate come il bacalhau à Bras.

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