Picnic urbano al belvedere di Castelletto

(qui gli altri itinerari della serie #picnicurbano: http://www.oboteco.it/picnic-urbano-itinerari/)

Il poeta Giorgio Caproni scrisse in uno dei suoi componimenti più celebri: “Quando mi sarò deciso d’andarci, in paradiso ci andrò con l’ascensore di Castelletto”. Il distico è tuttora inciso su una targa all’ingresso dell’ascensore in piazza Portello, ed è proprio da lì che passa l’itinerario del #picnicurbano di oggi.

Prima però, un passaggio per i caruggi più caratteristici del centro storico, lungo un percorso tutto pedonale di circa 10 minuti.

Itinerario #2: il Belvedere di Castelletto passando per i vicoli di Soziglia e lo storico ascensore


Uscendo dal Boteco col vostro cestino da picnic andrete a destra, percorrendo via San Luca fino a piazza Banchi. Da qui, si svolta a sinistra in via degli Orefici e si prosegue sempre dritti, mantenendo la sinistra al bivio di via Soziglia, fino a sbucare nell’incantevole piazzetta dei Macelli di Soziglia, con la sua impareggiabile atmosfera del tempo che fu. Proseguendo in salita lungo vico del Ferro attraverserete l’imponente via Garibaldi con i suoi palazzi nobiliari e imboccherete lo stretto vicolo che conduce in piazza Portello. Al di là della strada – ahimè troppo trafficata – un’elegante portone vetrato conduce all’ascensore di Castelletto.

“Panorama della città”, promette la scritta. E in effetti…
… non le si può dar torto! Questa è la vista dalla fermata superiore dell’ascensore

Il breve viaggio nell’ascensore d’epoca, con i suoi rivestimenti in legno e le vetrate Tiffany, conduce al belvedere di Spianata Castelletto, in posizione dominante sulla città vecchia, laddove anticamente sorgeva un forte militare (da cui il nome) abbattuto a metà dell’Ottocento.

La vista è mozzafiato in ogni momento della giornata, ma il tramonto, che tinge i tetti della città ed il mare delle sfumature del rosa e dell’arancio, è indimenticabile.

Se non si trovano panchine libere, si può stendere la coperta direttamente sul selciato
Pasteis de nata panoramici? Sì grazie!

Picnic urbano a Villetta Di Negro

(qui gli altri itinerari della serie #picnicurbano: http://www.oboteco.it/picnic-urbano-itinerari/)

Sede dello splendido Museo di Arte Orientale e di un delizioso parco con tanto di cascate e grotte artificiali, Villetta Di Negro è un tesoro nascosto in pieno centro, sottovalutato e misconosciuto dagli stessi genovesi.

Dal Boteco si raggiunge in 15 minuti con un itinerario lungo i viali e le piazze monumentali del periodo risorgimentale.

Itinerario #1: Villetta Di Negro passando per le vie della riorganizzazione urbanistica di epoca risorgimentale

Uscendo dal Boteco col vostro cestino da picnic, scendete sulla destra in via San Luca fino a raggiungere piazza Banchi e proseguite dritto lungo via Canneto il Curto fino a sbucare nell’ampia via San Lorenzo. Salendo sulla sinistra costeggiate la cattedrale ed il Palazzo Ducale, girato l’angolo del quale sbucherete in piazza De Ferrari. Attraversate la piazza sul lato sinistro, sfiorate il teatro Carlo Felice e la statua di Garibaldi e prendete la salita di via Roma con i suoi negozi eleganti.

In cima a via Roma troverete piazza Corvetto, con al centro una statua equestre di re Vittorio Emanuele II. Alla posa spavalda del re fa da contraltare, sul lato sinistro della piazza, un pensoso Giuseppe Mazzini in piedi su di una colonna: è proprio alle sue spalle che si apre il parco di Villetta Di Negro, sormontato dalla sagoma del Museo d’Arte Orientale, che ricorda quella di un padiglione giapponese.

Konnichiwa, cestino-san!

Il museo è intitolato a Edoardo Chiossone, grande incisore genovese di fine 1800 invitato a Tokyo dal governo giapponese come direttore dell’Officina Carte e Valori della zecca nazionale, con il compito di modernizzare le tecniche di stampa di francobolli e banconote. Chiossone fu anche artista molto apprezzato a corte: i suoi ritratti dell’imperatore Meiji e dell’imperatrice Shoken sono tuttora esposti nel Santuario Meiji di Tokyo.

Il museo ospita una collezione di arte giapponese di primissimo livello, in gran parte donata alla città dallo stesso Chiossone, e vale sicuramente una visita (chi scrive ha visitato il Museo Nazionale di Tokyo e vi garantisco che regge egregiamente il confronto).

Un labirinto di vialetti ombreggiati circonda l’edificio ed offre numerose occasioni per una sosta o una foto. La terrazza panoramica alla fine del vialetto sul lato nordovest del parco è il posto perfetto per un #picnicurbano con vista sui tetti del centro storico.

Una delle cascate artificiali dell’eccentrico parco di Villetta Di Negro
Panorama dalla terrazza
Panorama dalla terrazza
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