La rivoluzione dei garofani del 25 aprile 1974 (vedi il post dedicato qui), che liberò il Portogallo dal quarantennale regime di Salazar, toccò profondamente i musicisti brasiliani che a loro volta vivevano sotto la dittatura militare.
Una fra le più belle canzoni dedicate a questo evento è “Tanto Mar” di Chico Buarque de Hollanda. La storia di questa musica è tanto tortuosa e interessante quanto quella della rivoluzione cui si riferisce.
Prima versione: 1974
Nel 1974 Chico era all’apice della carriera, pur essendo osteggiato dal regime per le sue posizioni critiche sulla dittatura militare. Troppo famoso e amato per essere messo a tacere, Chico era comunque tenuto sotto stretta sorveglianza dalla censura, specialmente dopo lo scherzetto che era riuscito a mettere a segno nel 1970 con Apesar de Você – un singolo di enorme successo in cui l’insofferenza verso la dittatura è mascherata sotto l’apparenza di un uomo che si lamenta di una donna oppressiva (prima o poi dobbiamo fare un post anche su questa).
Non appena la notizia della rivoluzione dei garofani arriva alle sue orecchie, Chico scrive di getto una canzone breve ma ricca di omaggi al Portogallo. Alcuni ovvi: l’interiezione “pá” (da “rapáz”, ragazzo); l’uso del “tu” + seconda persona singolare (dove in portoghese brasiliano si userebbe il “você” + terza persona singolare); il riferimento ai garofani simbolo della rivoluzione ed al rosmarino arbusto tipico portoghese. Altri più sottili, come la citazione di uno dei distici più celebri di Fernando Pessoa “navigare è necessario / vivere non è necessario”.
Sei que estás em festa, pá Fico contente E enquanto estou ausente Guarda um cravo para mim Eu queria estar na festa, pá Com a tua gente E colher pessoalmente Uma flor do teu jardim Sei que há léguas a nos separar Tanto mar, tanto mar Sei também quanto é preciso, pá Navegar, navegar Lá faz primavera, pá Cá estou doente Manda urgentemente Algum cheirinho de alecrim | So che sei in festa, pá Sono contento E siccome sono assente Conserva un garofano per me Vorrei partecipare alla festa, pá Con la tua gente E cogliere personalmente Un fiore dal tuo giardino So che ci sono leghe a separarci Così tanto mare, così tanto mare So anche quanto è necessario, pá Navigare, navigare Là è primavera, pá Qua sono sofferente Manda urgentemente Un po’ di profumo di rosmarino |
Naturalmente, la censura brasiliana vietò la canzone – specialmente per il passaggio finale in cui auspica che il “profumo di rosmarino” da “là” si spanda fino a “qua” – ma non poté evitare che fosse pubblicata in Portogallo, dove fu un successo.
Seconda versione: 1976
Quando il turbolento Periodo Rivoluzionario portoghese giunse al termine e il paese si avviò verso la “normalizzazione”, Chico esternò il proprio disappunto per la piega che aveva preso la rivoluzione incidendo una seconda versione della canzone. In questa, i verbi sono virati al passato e la festa è “appassita”. Al tempo stesso, mantiene aperto uno spiraglio di speranza: i “semi” della rivoluzione sono stati gettati, e chissà che non germoglino nuovamente.
Foi bonita a festa, pá Fiquei contente E inda guardo, renitente Um velho cravo para mim Já murcharam tua festa, pá Mas certamente Esqueceram uma semente Nalgum canto do jardim Sei que há léguas a nos separar Tanto mar, tanto mar Sei também quanto é preciso, pá Navegar, navegar Canta a primavera, pá Cá estou carente Manda novamente Algum cheirinho de alecrim | E’ stata una bella festa, pá Sono stato contento E ancora conservo, ostinatamente Un vecchio garofano per me Hanno fatto appassire la tua festa, pá Ma certamente Si sono scordati un seme In qualche angolo del giardino So che ci sono leghe a separarci Così tanto mare, così tanto mare So anche quanto è necessario, pá Navigare, navigare Canta la primavera, pá Qua ne sento il bisogno Manda nuovamente Un po’ di profumo di rosmarino |
Anche questa versione fu bloccata dalla censura brasiliana. Ma c’è un ma…
Il curioso caso della versione dal vivo con Maria Bethania
Nel 1975 Chico e Maria Bethania (grande cantante baiana e sorella di Caetano Veloso) tennero una serie di spettacoli al Teatro Canecão di Rio de Janeiro, che utilizzarono per registrare un album dal vivo, “Chico Buarque & Maria Bethânia ao vivo“. Durante tutti gli spettacoli, sotto l’occhio vigile dei funzionari della censura, Chico eseguì l’allora inedita “Tanto Mar” come pezzo strumentale senza testo, tranne l’ultima sera in cui lo cantò (si trattava ancora della prima versione).
Nell’edizione brasiliana del disco comparve la versione strumentale, mentre in quella portoghese fu inclusa quella cantata. Questo spiega perché sulla copertina del 33 giri presente al Boteco, comprato in Portogallo, compare in bella vista l’adesivo “Inclue Tanto Mar versão cantada”.
Al giorno d’oggi una cosa del genere la daremmo per scontata, ma così scontata non è…